Ciao a tutti, amici, vi scrivo da Alessandria in questo terzo articolo dedicato alla mia esperienza missionaria in Egitto. Oggi voglio parlarvi di due aspetti in cui noi italiani ci differenziamo tanto dagli arabi: la figura della donna e le relazioni di coppia. Queste due tematiche mi hanno colpito sin da subito, ma ho avuto bisogno di tempo, e ne ho ancora, per capire meglio alcune dinamiche. Tuttavia, penso possa essere utile e anche interessante condividere con voi alcune cose che ho visto e sulle quali ho ragionato molto.
Prima di parlarvi di questi due argomenti è opportuno specificare che in questo articolo non mi riferisco esclusivamente al comportamento dei musulmani, ma di tutti gli egiziani. La cultura dell’Egitto è una e, anche se alcuni comportamenti sono tipici dell’Islam, anche i cristiani hanno dei pensieri che si discostano dai nostri. Tuttavia, è chiaro che la cultura è fortemente influenzata dalla religione islamica. La seconda precisazione è che, anche se siamo portati a giudicare una cultura diversa dalla nostra, è bene non farlo e rimanere sempre rispettosi del prossimo. Noi siamo abituati a certi usi e costumi, ma non per questo siamo persone migliori o valiamo più degli altri. Detto questo, posso iniziare a parlarvi di questi due argomenti.
La prima tematica che voglio affrontare con voi è la figura della donna nel mondo arabo. Il tipico stereotipo è che la donna araba non abbia diritti, sia sotto il controllo dell’uomo e si debba coprire lasciando intravedere solo occhi e mani. Devo dire che, nonostante ci siano delle situazioni del genere, la visione occidentale stereotipata della donna araba si discosta abbastanza dalla realtà. Per quanto riguarda i diritti della donna, in Egitto da un certo punto di vista sono tanto avanti. Per riportare qualche dato storico, nel 1956 è stato riconosciuto e garantito il diritto di voto, le pari opportunità e l’illegalità della discriminazione di genere. Nonostante alcuni provvedimenti, nelle fasce di età più avanzate si sente una forte tendenza conservatrice, mentre nei più giovani si percepisce che qualcosa sta iniziando a cambiare. L’emancipazione della donna nel mondo arabo è un fenomeno che, anche se timidamente, sta iniziando ad emergere.
Un altro particolare interessante è il modo di vestirsi. Il Corano richiama alla castità e invita sia l’uomo che la donna a vestirsi in maniera decorosa e modesta. D’altronde, se pensiamo alla storia italiana, il buon costume dettava anche un codice di abbigliamento specifico e lo detta ancora adesso. Non è decoroso andare a messa in costume da bagno e canottiera, non solo per una questione di castità ma anche di rispetto. In generale, nei luoghi pubblici, è sempre meglio vestirsi in un certo modo anche nella nostra società. Sicuramente il codice di abbigliamento è diverso qui in Egitto rispetto al nostro, ma non è tanto diverso da quello che era possibile trovare in Italia 70 anni fa. Alcuni usi sono, per esempio, il fatto che la donna non possa usare il bikini al mare o in piscina, ma debba coprire tutto il corpo, indossare il velo, vestirsi con il burqa e coprire sempre braccia e gambe. Non tutte le donne indossano il burqa, non tutte il velo e in alcuni contesti è possibile incontrare donne e ragazze che si vestono in stile occidentale. In linea generale, i canoni di abbigliamento sono più stretti dei nostri, ma dipende dalla sensibilità della donna e della famiglia della quale fa parte.
Per quanto riguarda invece la distinzione tra uomini e donne c’è una grande differenza con l’Italia. Nelle moschee c’è sempre una parte dedicata alle donne e una agli uomini al fine di evitare posizioni imbarazzanti e tentazioni. Inoltre, c’è una separazione anche nella vita quotidiana: nelle file indiane dell’estate ragazzi, nei vari gruppi, nei posti in pullman e in tutte quelle situazioni che anche noi viviamo (bagni e spogliatoi separati, etc.).
Agli occhi di un occidentale tutto questo può sembrare esagerato. Tuttavia, la netta divisione tra uomo e donna, il ruolo della figura femminile nella famiglia e nella società e il rispetto di alcune tradizioni evidenziano una virilità e una femminilità differente, che a volte nel mondo occidentale è difficile percepire. In quanto cristiani, crediamo che l’uomo e la donna abbiano pari dignità ma non siano identici. Ogni genere porta con sé delle bellezze che non appartengono all’altro (la maternità, un fisico diverso, dei diversi metodi di approccio davanti ai problemi…). A volte noi occidentali dimentichiamo queste bellezze e rischiamo di considerare l’uomo uguale alla donna. In Egitto, invece, si percepisce una bellezza, a volte disarmante, nel riconoscersi uomo o donna. È chiaramente opportuno, tuttavia, non arrivare ad alcuni estremi ed eccessi, né da una parte né dall’altra.
Parliamo adesso delle relazioni tra uomo e donna. La prima domanda che vorrei prendere in considerazione è la seguente: è possibile essere amici tra maschi e femmine in Egitto? Si, ma è molto più difficile che in Italia. I salesiani della comunità di Alessandria ci hanno spiegato come i ragazzi dell’oratorio si comportino in modo diverso a seconda del contesto. Se in un contesto salesiano essere amici tra ragazzi e ragazze è più semplice, al di fuori è sicuramente più complesso. Questo non dipende solo dalla religione ma anche da una questione culturale. Dentro l’oratorio, infatti, è come stare in Italia per certi versi.
Passiamo ad un’altra domanda interessante: come sono le relazioni di coppia in Egitto? In generale la parola forse più adatta per descrivere il primo impatto che si ha quando si scoprono le modalità di relazione è proprio castità. Solitamente, infatti, due ragazzi fidanzati non arrivano nemmeno a baciarsi sulle labbra. Immaginatevi, dunque, quanto sia fondamentale la questione della verginità. A livello di relazioni in generale, quindi, c’è pochissimo contatto fisico e molta più conoscenza personale, ovvero il contrario di ciò che accade spesso in occidente. Non sta a noi dire se questo è giusto o sbagliato, ma sicuramente appare più appropriata una sana via di mezzo.
Ciò che ho avuto l’onore di constatare è il fatto che il poco contatto fisico tra maschi e femmine aumenta notevolmente il desiderio. Il fatto che non si possa abbracciare una ragazza o un ragazzo accresce la voglia di farlo, rendendo quel gesto in qualche modo molto più prezioso e speciale. Nella nostra società la dinamica del desiderio manca ed è un grosso problema. Per noi soddisfare qualsiasi voglia legata alla sessualità e all’affettività è fin troppo facile e spesso è svilente osservare quanto poco valore gli si attribuisca. Su questo abbiamo tanto da imparare dalla cultura araba, senza perdere la nostra identità ma ritrovando dei sani valori che sono presenti anche nella nostra storia.
L’ultimo argomento sul quale voglio farvi riflettere è il matrimonio. Nell’Islam esiste la poligamia, ma probabilmente è diversa da quella che ci immaginiamo noi. Per prima cosa, il numero massimo di mogli è quattro e non è infinito. In secondo luogo, non è visto bene il fatto di frequentare più donne nello stesso momento. Se un ragazzo si fidanza con una ragazza deve dedicare le sue attenzioni esclusivamente a lei; non può avere quattro fidanzate nello stesso momento. Inoltre, non bisogna tralasciare la questione patrimoniale; se un marito non riesce a sostenere economicamente una famiglia con più di una moglie non ha senso che si sposi più volte. Detto ciò, onestamente non ho conosciuto ancora persone che si trovassero in una situazione del genere. La maggior parte delle famiglie che ho conosciuto sono composte da un marito e da una sola moglie. Per quanto riguarda le dinamiche con le quali un uomo si può sposare più volte, all’inizio sono difficili da immaginare, ma basta ricordarsi che nel mondo occidentale il numero dei divorzi e dei secondi matrimoni cresce sempre più. È sicuramente differente, ma è un’osservazione che a me fa sorridere.
Concludo questo articolo un po’ più lungo del solito con un breve riassunto di ciò che ho appreso in queste tre settimane. La donna e l’uomo sono separati e sicuramente essere uomo ha i suoi grandi vantaggi, soprattutto nel mondo arabo. Tuttavia, alcune distinzioni tra uomo e donna aiutano ad evidenziare le bellezze relative ai due generi e i loro punti di forza e di debolezza. Questa distanza fisica si vede anche nelle relazioni di coppia, nelle quali il contatto fisico è proibito. Questa proibizione sembra eccessiva agli occhi di noi occidentali ed effettivamente si colloca presso un estremo della sessualità. Tuttavia, audace sostenitore dei compromessi e della metriotes di cui parla Orazio (il giusto mezzo), credo che entrambe le culture possano imparare l’una dall’altra, non per omologarsi, ma per essere più felici e fare una vita bella e santa.
Spero che questo articolo sia stato interessante, io mi sono divertito molto a scriverlo e a condividere con voi alcune mie osservazioni e pensieri. Vi ringrazio se lo avete letto tutto e grazie del supporto che mi fate sentire anche a più di 2000 km di distanza. Alla prossima settimana amici!
Luigi Manca
P.S. Alla data di pubblicazione di questo articolo io mi trovo già in Italia. Lo potete leggere solo oggi per motivi di tempistiche e di organizzazione mia personale. Tuttavia, l’articolo è stato scritto in Egitto e semplicemente perfezionato in Italia. Non perdetevi l’ultimo, dove vi parlerò della mia esperienza in generale e di alcune mie conclusioni sull’Egitto.